Tecniche di Disegno
Il disegno è l’espressione prima del pensiero umano, dalle pitture rupestri al design di un’interfaccia mobile. Le idee si trasformano in segno e la massima espressione di questa arte è senza dubbio il disegno artistico.
Imparare a disegnare non è difficile, basta avere la giusta direzione e molta pazienza e i risultati arrivano, sempre. Ci sono però alcuni punti davvero importanti da definire subito, per capire cosa fare e soprattutto cosa non fare quando ci si avvicina al disegno senza alcuna esperienza precedente.
Chiunque abbia mai disegnato qualcosa si è trovato di fronte ad un problema costante: come posso disegnare meglio?
Spesso di disegnano i contorni di un oggetto, di un volto, di una figura e si affronta il primo ostacolo, la costruzione dell’immagine. In Novel Academy questo percorso inizia da un altro punto: il tratto e la sfumatura. Questa partenza alternativa serve a comprendere che prima ancora di disegnare è necessario capire come “riempire” una figura e quindi conoscere le tecniche che utilizzeremo solo dopo aver disegnato, per evitare il blocco creativo successivo, quello del volume.
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Tratto e sfumatura
Partiamo da qui, da un segno ed un gesto. Il Tratteggio è composto da un singolo segno, ripetuto, sempre uguale, omogeneo. Questo segno crea un pattern che ci aiuta a creare la scala dei grigi in modo meccanico e preciso per prendere confidenza con la prima velatura della nostra immagine.
Quando non si conosce la tecnica è facile trovarsi di fronte sempre allo stesso problema: ok, ho fatto i contorni, e ora?
Ti è mai successo?
Tracciare i contorni di un oggetto non significa necessariamente saperli anche riempire a dovere. Spesso si accennano alcuni tratti solo per dare una parvenza di volume ma questo passaggio ha davvero bisogno di essere eseguito al meglio, altrimenti il risultato finale può risultare povero di toni e tristemente piatto alla vista. Qui entra in gioco il segno.
Il pattern che si crea attraverso il tratteggio permette di creare i volumi di un oggetto o di una figura procedendo per velature, uno strato dopo l’altro, aumentando il grado nel nero (o del colore protagonista) e arricchendo il risultato finale. Questa tecnica accademica è molto antica, ha dato ordine alla calcografia ed ancora prima, nel rinascimento, la possiamo osservare ovunque. Di seguito alcune magnifiche tavole di Leonardo Da Vinci che illustrano perfettamente questa resa estetica. Il segno crea le forme della figura, pochi contorni rafforzarti dal tratto che delimita le zone di interesse e crea in parallelo anche i volumi.
La sfumatura è l’altra metà di questo pianeta. Segno e sfumatura si accompagnano ed alternano durante la fase della saturazione di una superficie. La sfumatura è sicuramente la tecnica più comune e “comoda” per ogni disegnatore, un gesto veloce e morbido dato dal polso che si muove in continuazione sul foglio rilasciando il colore in modo graduale. A differenza del segno qui non serve pressione, anzi la pressione della mano sul foglio deve rimanere sempre la stessa, è il tempo dedicato sulla zona a fare la differenza. Un passaggio dopo l’altro le tonalità aumentano e sta a te decidere quando terminare con il colore per passare al punto successivo. Questa è la tecnica più utilizzata da chiunque proprio per la sua velocità di esecuzione e che concede di valutare in modo accurato, e con calma, quanto scurire il soggetto o meno.
Saturazione
Ogni oggetto è diverso da un altro, come ogni volto, così come ogni superficie. Se voglio disegnare un bicchiere di vetro con tutte le sue riflessioni, oppure un cristallo minerale molto scuro e riflettente devo comprende una cosa fondamentale: ogni oggetto possiede il suo mezzotono. Il mezzotono è il colore di fondo dell’oggetto in questione, la dominante cromatica di quello che stiamo osservando. Il colore che determina l’entità dell’oggetto che sto prendendo in considerazione.
È necessario arrivare fino al mezzotono con il segno o le sfumature e, arrivati a quel punto, potremo cominciare a riportare sul foglio le luci e le ombre che stiamo osservando. Riportando un’immagine a matita lavoriamo con il monocromatico, quindi scegliamo il grigio che rappresenta al meglio il volume di ciò che stiamo copiando, perché in questo modo avremo un disegno che presenta da subito un vero “carattere”. Tonalità e profondità sono i nostri obiettivi di questa fase. La scelta del giusto grigio ti aiuterà tantissimo ad avere una nuova visione, per imparare a disegnare sul serio.
Imparare a disegnare
Ora che abbiamo compreso quanto siano necessari segno e sfumatura, solo a questo punto, possiamo procedere con il disegno. La struttura che compone la nostra immagine va costruita seguendo un attendo studio del soggetto stesso. L’errore comune è quello di dare una veloce occhiata al soggetto e passare minuti interi disegnando praticamente “a caso” o “a fantasia” senza seguire davvero la forma oggettiva. Quando si disegna ogni millimetro è importante, se disegni un viso e sposti anche solo di pochi millimetri un occhio il tuo risultato può trasformarsi in un disastro, buttando via molte ore di lavoro.
Il consiglio primario è quello di copiare un soggetto mantenendo un’angolazione di 45 gradi tra il tuo piano da disegno e ciò che stai osservando. In questo modo eviti che passi troppo tempo tra il tuo sguardo e il segno con la matita, evitando anche di perdere preziose informazioni per strada, fosse anche solo per qualche millisecondo.
Dopo aver creato i contorni del tuo soggetto ricorda sempre di staccarti dal foglio. Prenditi 10 minuti di pausa, fai altro e poi ritorna a guardare il disegno “con occhi nuovi”, questo passaggio può fare la differenza, puoi accorgerti di dettagli che prima non vedevi o eliminare elementi che hai solo immaginato. Questo è uno dei motivi per cui un disegno potrebbe non avere mai una fine, tra un ritocco e l’altro la tua attenzione si affina, la voglia di inserire nuovi particolari e perfezionare la figura ti trasporta così tanto che le ore volano via, ed il mondo rimane fuori. Magnifico.
Dopo questo passaggio, possiamo procedere con la saturazione della superficie con i nostri primi grigi. Scegliamo che tonalità dominante ha la nostra figura e cominciamo a scurire per raggiungere il tono che desideriamo, per poi aumentare i neri e in parallelo anche le luci. Il risultato ti sorprenderà.
Il Chiaroscuro
Il Chiaroscuro è esattamente l’unione di tutti i passaggi citati in precedente che vengono racchiusi in questo temine antico. La sovrapposizione di passaggi chiari e scuri che danno risalto ad un immagine portandola alla resa estetica pari al “reale”, simulando la natura stessa delle cose attraverso il disegno e la saturazione. Queste immagini dei maestri di seguito rappresentano al meglio questo concetto, a sinistra un disegno preparatorio di Michelangelo per il Tondo Doni, a destra Raffaello con lo Studio di teste e delle mani di due Apostoli, circa 1519/20 Ashmolean Museum, Università di Oxford.
La Grafite
La Grafite è, come dire: un alleato formidabile. Tutto quello che abbiamo visto sulla saturazione lo si ottiene con la Grafite ad una velocità incredibile. La Grafite ci permette di raggiungere il mezzotono in modo davvero pratico e immediato, attraverso la stesura di una velatura di colore che accelera in modo esponenziale rispetto ai passaggi dati a segno per ottenere un fondo scuro dal quale partire con le nostre luci e ombre. Davvero indispensabile per un disegnatore ma, si serve un bel MA: bisogna sapere usare il tratto ed il segno prima di usare la Grafite. Un po’ come imparare a guidare con il cambio automatico, sicuramente comodo ma è necessario sapere usare prima di tutto il cambio manuale, altrimenti non si può dire di conoscere davvero lo strumento.
Il processo di apprendimento necessità di pratica e “fatica” se così possiamo dire. La Grafite non risolve ogni situazione, accelera di molto il disegno creando un vero e proprio mondo distinto, uno stile del tutto suo. Dunque si, ci si può sicuramente innamorare di questa tecnica ma va maneggiata con cura e senza fretta. Precedenza al disegno a segno e sfumatura, per poi conoscere al Grafite in modo profondo e rispettoso della tecnica.
Il Carboncino
Il Carboncino è il secondo elemento di cui tu innamorerai, ne sono più che certo. Lo si trova sotto forma di matita e chiamata appunto Carboncino, mentre nella sua forma a bastoncini viene chiamato anche Fusaggine. Essenzialmente è un ramo di salice, o vite, carbonizzato e ricompattato. La sua consistenza è molto polverosa e possiamo considerarlo come se fosse Grafite in forma solida anche se il suo grado di nero è molto più profondo di quest’ultima che si presenta di un grigio antracite profondissimo.
Il Carboncino è davvero versatile, lo si può utilizzare di piatto per saturare grandi superfici in un solo gesto oppure di punta per entrare maggiormente nel dettaglio e definire i particolari del soggetto che stiamo disegnando. Lo si stende con le dita o con un tovagliolo di carta e sporca parecchio le mani, ma anche questo fa parte del suo fascino immenso.
Per capire davvero il potenziale del Carboncino va utilizzato, è uno strumento mosso dall’istinto, si cancella in modo eccezionale con la gomma pane e accompagnato dal Carboncino a matita, che ha un punto di nero ancora più profondo, ti permette di creare disegni dalla gamma cromatica incredibile. L’errore più comune è quello di non usare un fissativo sul disegno dopo averlo terminato. Questo passaggio è fondamentale perché basta una passata di mano sul disegno per scaricare i neri che abbiamo ottenuto e costringendoci e dover riprendere l’opera più e più volte. Si può dire che l’unica garanzia per preservare un Carboncino è quella di aggiungere il fissativo ed incorniciarlo dietro un vetro per evitare qualsiasi tipo di danno alla superficie.
Artgraf
Se la Grafite ed il Carboncino possono diventare il tuo prossimo amore, l’Artgraf ti darà il colpo di grazia 🙂 Quanto la si usa per la prima volta non è molto semplice comprenderla poiché è uno strumento che può tranquillamente essere compreso nel mondo del disegno ma allo stesso tempo anche il quello dall’acquerello e della pittura. La sua versatilità è incredibile. Nasce con la forma di saponette che richiamano i gessetti che i sarti utilizzano per disegnare sulla stoffa e questa sua forma ti permette di disegnare agevolmente a mano libera in modo del tutto naturale.
A tutto questo va aggiunto un secondo livello di applicazione che avviene attraverso l’acqua. Aggiungendo acqua al segno tracciato in precedenza “risvegliamo” lo strato di Artgraf sul foglio ed il nero che otteniamo è talmente profondo da poter traportare il colore e scaricarlo attraverso un pennello esattamente come nell’acquerello.
Ma non è finita qui, poiché se bagniamo la superficie del nostro foglio e applichiamo direttamente sull’acqua l’Artgraf pura otteniamo un nero talmente profondo e coprente da sfociare immediatamente nella pittura, questo è il terzo livello. A questo proposito, con tutta questa acqua in azione, consiglio vivamente di lavorare su un cartone vegetale che sopporta meglio la pieghe che si creano su un normale foglio da disegno con una grammatura non abbastanza spessa, come un 200g. Serve aumentare in modo considerevole lo spessore del nostro supporto per poter lavorare con l’Artgraf senza che il foglio si “imbarchi” creando pieghe con non permettono di lavorare agevolmente e soprattutto per fare in modo che la superficie assorba meglio l’acqua senza dover attendere troppo tempo tra una pennellata e l’altra. Si, perché questa tecnica concede di lavorare sia a secco con l’Artgraf pura che con il pennello, una combinazione davvero eccezionale.
Perché imparare le tecniche di disegno
Per riepilogare, alla base di tutto c’è sempre il disegno che viene colmato dalla saturazione della superficie per dare il volume necessario alla tua opera, il chiaroscuro. Da quel momento in poi potrai scegliere se raggiungere il tuo risultato finale attraverso il segno o la sfumatura, la Grafite, il Carboncino o l’Artgraf. A te la scelta.
In ogni caso, ricorda sempre di lavorare con calma, la giusta attenzione e soprattutto di rilassarti e divertiti. Il disegno parte da dentro di te, e tu sei importante tanto quanto le tecniche. Buon lavoro e crea grandi cose!
Stefano Marvulli
Artista
Stefano Marvulli è nato nel 1982 a Rivoli, Torino. Artista figurativo italiano, specializzato nel Disegno, Digital Painting, Grafica e Tatuaggio. Fondatore e direttore artistico di Novel Academy. Docente in Novel Academy di Disegno, Acquerello, Procreate, Anatomia e Grafica Digitale.